Questo disco venne pubblicato nel 1986 (‘87?) dall’etichetta modenese Hiara Records e prodotto dall’oggi celeberrimo Federico Guglielmi che tutti noi ringraziamo per i veloci compendi su punk e new wave che ha scritto in questi anni.
“L’ultimo guerriero”: dimenticatevi i Rats di Chiara (pezzo stupendo che in quel 1992 si ascoltava dappertutto, radio nazionali e Videomusic, quando ancora c’era Red Ronnie in versione impero alla fine della decadenza). E i più vecchi si dimentichino pure “C’est disco”, primo oscuro e celebratissimo lavoro dei giovanissimi spilambertesi. “L’ultimo guerriero” sta nel giusto mezzo: piglio underground ma ricerca dell’orecchiabilità: quei motivetti che rimangono in testa e non ti lasciano più grazie a chitarre accattivanti e voci da inno generazionale. Si parte subito tiratissimi con il pezzo che dà il nome all’album, il basso che spinge molto punk, la chitarra di Wilco che alterna cavalcate rock a riff del periodo: la new wave italiana. Sembra di ascoltare la sigla di un cartone animato giapponese, tipo Ryu il ragazzo delle caverne, quei cartoni con gli eroi giovanissimi che combattono il male: il testo dice “devi fermare la vittoria che non basta mai”, e i cori e il riff sempre più ossessivi, ma non stancano mai. L’arrangiamento è poesia finissima. Giovani forme è il secondo pezzo, si parla di “prove di coraggio per essere uomini”, per diventare uomini, qualcosa che ricorda alcune tematiche dei prossimi “indiani padani”: ma qui le voci sono giovani, quasi adolescenti, molto più credibili. La arpeggiatissima Tudor è un altro classico di questi Rats di mezzo, due o anche tre chitarre, sempre proposta in concerto e che apriva proprio l’unico disco live della band: il semi introvabile “Vivo” del 1989. Il disco si chiude con Notti di mostri, testo parecchio oscuro scritto da Claudia Lloyd, la voce nervosa e dark di C’est disco.
Un mini album questo che viene naturale accostare alle prime cose dei Litfiba (Luna/La preda o Desaparecido con il classico dei classici “Eroi nel vento: c’è molta affinità tra queste cose, sia per le sonorità, sia per quella voglia di eroismo che si respira in entrambi. E pensare che qualche anno più avanti Rats e Litfiba, già famosi, divideranno i palchi di molta Europa, soprattutto dell’Est. Il grosso problema del disco è che in tredici minuti finisce, e si pensa: già basta? Allora si va a cercare tutta la discografia, quello che si trova, ma “L’ultimo guerriero” rimane al primo posto.
01 L'ultimo guerriero
02 Giovani forme
03 Tudor
04 Notti di mostri
“L’ultimo guerriero”: dimenticatevi i Rats di Chiara (pezzo stupendo che in quel 1992 si ascoltava dappertutto, radio nazionali e Videomusic, quando ancora c’era Red Ronnie in versione impero alla fine della decadenza). E i più vecchi si dimentichino pure “C’est disco”, primo oscuro e celebratissimo lavoro dei giovanissimi spilambertesi. “L’ultimo guerriero” sta nel giusto mezzo: piglio underground ma ricerca dell’orecchiabilità: quei motivetti che rimangono in testa e non ti lasciano più grazie a chitarre accattivanti e voci da inno generazionale. Si parte subito tiratissimi con il pezzo che dà il nome all’album, il basso che spinge molto punk, la chitarra di Wilco che alterna cavalcate rock a riff del periodo: la new wave italiana. Sembra di ascoltare la sigla di un cartone animato giapponese, tipo Ryu il ragazzo delle caverne, quei cartoni con gli eroi giovanissimi che combattono il male: il testo dice “devi fermare la vittoria che non basta mai”, e i cori e il riff sempre più ossessivi, ma non stancano mai. L’arrangiamento è poesia finissima. Giovani forme è il secondo pezzo, si parla di “prove di coraggio per essere uomini”, per diventare uomini, qualcosa che ricorda alcune tematiche dei prossimi “indiani padani”: ma qui le voci sono giovani, quasi adolescenti, molto più credibili. La arpeggiatissima Tudor è un altro classico di questi Rats di mezzo, due o anche tre chitarre, sempre proposta in concerto e che apriva proprio l’unico disco live della band: il semi introvabile “Vivo” del 1989. Il disco si chiude con Notti di mostri, testo parecchio oscuro scritto da Claudia Lloyd, la voce nervosa e dark di C’est disco.
Un mini album questo che viene naturale accostare alle prime cose dei Litfiba (Luna/La preda o Desaparecido con il classico dei classici “Eroi nel vento: c’è molta affinità tra queste cose, sia per le sonorità, sia per quella voglia di eroismo che si respira in entrambi. E pensare che qualche anno più avanti Rats e Litfiba, già famosi, divideranno i palchi di molta Europa, soprattutto dell’Est. Il grosso problema del disco è che in tredici minuti finisce, e si pensa: già basta? Allora si va a cercare tutta la discografia, quello che si trova, ma “L’ultimo guerriero” rimane al primo posto.
01 L'ultimo guerriero
02 Giovani forme
03 Tudor
04 Notti di mostri
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