giovedì 20 gennaio 2011

Omid Jazi è il quarto dei Verdena

What note should I play? courtesyOfJuliaanHondius
La notizia si sta già diffondendo a macchia d'olio. Già dai tempi dei Water in Face si sapeva di una sorta di amicizia o comunque di contatto tra i due gruppi, ma ora se ne ha la conferma. Dopo il successo del waterbatterista Nevruz Joku (a febbraio dovrebbe tra l'altro partire il suo tour), anche il cantante-chitarrista Omid Jazi, autore di tre splendidi EP con i Supravisitor, è pronto a salire sui migliori palchi d'Italia come quarto Verdena. La cosa ci sorprende, fa un po' strano immaginarselo nella henhouse a provare le canzoni dell'ultimo disco WOW, ma di certo se lo merita come pochi. Staremo a vedere e a sentire.

domenica 2 gennaio 2011

"Modena stazione di Modena..." la colonna sonora del film di Daniele Malavolta




Travagliata la storia del film e della sua distribuzione. Ma è bastato un trailer su youtube per far mettere alla ricerca del dvd un buon numero di modenesi attratti dalla voce sguaiata di Freak Antoni e dal titolo emblematico "Modena stazione di Modena per Carpi Suzzara Mantova si cambia". Questo film indipendente è scritto e girato da Daniele Malavolta, un giovane cineasta nostrano. Sembrava impossibile, ma grazie a lui ora esiste un film nella cui colonna sonora compaiono gli Skiantos, i Lomas, la Paolino Paperino Band e altri gruppi come Odorama, Sungria e i mitici Viulan.

"Ventilatore" - Lomas
"Frammenti" - Lorenzo Marinelli
"Kinetic" - Martin King
"Jam the nightclub" - Aaron Wheeler
"Sliding thru" - Guy Edward Fletcher
"Astronave" - Tempo de Mal
"Giù nel fondo" - Sungria
"Prima apparizione" Luigi Saccà
"Spirit of 77" - Toby Bricheno/Jan Cyrka
"Offramp" - Christian Henson
"Gelati" - Skiantos
"The time machine" - Odorama
"Fire and ice" - Richard Cottle
"Seconda apparizione" - Luigi Saccà
"Cascina" - Luigi Saccà
"Favola" - I Viulan
"Discobeat" - Michelangelo Visconti
"Tafferugli" - Paolino Paperino Band
""Criminal" - Sungria
"Smooth accelerator" - Rupert Gregson-Williams
"Sad Jack"- Noah Lifschey
"Confini" - Fata
"First fusion" - Michelangelo Visconti
"Jazz crew" - Mike Farmer
"Festa" - Luigi Saccà
"Finale" - Luigi Saccà
"Perché la notte mi inviti a casa tua e poi mi fai dormire sul sofà" - Skiantos

Francis Petra - Voglio ergermi (2007)


È un ambiente virtuale
Dove le persone sono divise da poco

Paranoia lieve è un gioco

Un luogo che non dovrebbe esistere

Venite a visitarlo, è un po’ fuori mano

Fuori dalle rotte solite

Divertimento oh yeah

Il mondo è piccolo. È un pugno di campi coltivati a grano e puntellato di edifici prefabbricati per l’industria biomedicale. Modena è straniera, Mantova è straniera, Finale è il confine del mondo, Bologna è una metropoli lontana quanto l’America. Questo mondo è ricoperto di nebbia durante l’inverno e di afa durante l’estate. In ogni modo è l’umidità a regnare in ogni stagione. Chi viene da fuori, chi è forestiero non può sapere cosa vuol dire ritrovarsi in una notte invernale su una strada immersa nella nebbia, quella nebbia che non ti permette di vedere cosa c’è a tre passi dal tuo naso. Ti giri e c’è ancora nebbia. Ti fermi ad ascoltare e ti accorgi per la prima volta che il nulla ha un suono, il suono impercettibile della goccioline umide che si posano sull’asfalto e sulle foglie degli alberi. Un forestiero non può capire che quel grigiore acqueo è un abbraccio materno. Quello è lo stesso fumo che usciva dalla fanghiglia che secoli fa copriva questo mondo che i barbari chiamavano meerland. Non è solo nebbia, è una storia di grigiore e clausura. È la storia di una palude che è diventata campo coltivato, di un campo che ha eretto fabbriche, di una civiltà contadina che si è terziarizzata, che si è alienata e autoreclusa nuovamente nella sua terra dalla quale non esce e non uscirà mai. A volte i ragazzi si sanno adattare e accettano le condizioni di questo piccolo mondo chiudendosi in un pub legnoso il sabato sera. Altri, a volte, salgono sull’argine di notte e accendono un fuoco, forse cantano con la chitarra o bevono. “Attorno ad un fuoco / il nostro dolore / viene scacciato /anche solo per poco”. Qualcuno pensa che vorrebbe andarsene da quel posto se non lo amasse così tanto. Pensa che ne avrebbe il diritto, il diritto di riscattarsi, di ergersi là in alto dove la nebbia non c’è più. I Francis Petra vengono da quel mondo e “Voglio ergermi” è il titolo che unisce la loro musica in un unico pensiero. Le canzoni sono umide e grigie anche se sognano di essere colorate come farfalle e girasoli ma non lo possono essere. Sono destinate ad essere solo echi di voci, accordi di chitarra suonati la notte tardi con i polpastrelli che sfiorano appena le corde per non farsi sentire. Sono destinate ad essere una voce in tono retto, il tono dei CCCP e delle anziane che recitano quelle lunghe poesie in latino che sono odi alla Madonna. La rabbia prende il sopravvento raramente e quando accade avviene qualcosa di simile al furore dei primi Marlene. Ma lo sforzo è vano, la farfalla intravista era solo un sogno che “lascia una traccia indelebile dietro sé”. È stata solo un’illusione, una follia che ha prodotto “la più infelice delle idee”. E questo capita se sei di qui, se sei prigioniero di una terra che ami e che non puoi amare.

01 Intro
02 I passi del gigante (Vs. Sighi)

03 Un'occasione speciale

04 Farfalla (ft. Dario)

05 Girasole

06 Furore uterino

07 Voglio ergermi