Qualcuno
una volta ha detto che il blues è una missione.
Quanta verità. Il blues come missione, il blues che è radice; un
immaginario che si perde nella storia della musica fatto di locali
pieni di fumo, di bettole da evitare, di incroci polverosi di
campagna. Il blues che è bianco o nero, il blues senza compromessi
-che però fonda e si fonde-. I Chicken Queens trasformano questo
immaginario in suono concreto, essenziale,
in un sapiente equilibrio tra sporco, ruvido garage e citazione
(utilizzata senza boria). E' infatti nell' innovazione che cerca lo
standard che sta la vera carta vincente di “Up from the Grave”.
In ogni nota e colpo di grancassa poi si percepisce la forte intesa
tra i due "bad boys" e il tempo che necessita la realizzazione di un
lavoro di questo tipo. Anche nelle parti più “psichedeliche”
(che portato alla mente certi Cream
di Eric Clapton),
il giovane duo riesce a fare immergere l' ascoltatore nel lungo fiume
che è il Mississipi. Questo album lo suggerisco fortemente ai fan di
White Stripes
e Black Keys
(e degli italiani Mojomatics)
e personalmente mi aspetto ancora ottime cose da questi ragazzi. Mi
aspetto per il futuro un suono arricchito da collaborazioni (anche
perchè immagino che un po' di persone siano già in fila per suonare
con loro)
Up From
the Grave
1- Bad
Boys
2- Devil
blues
3-Goodbye
Silly
4-Shake
your bobbs
5-Sorrow
blues
6-The
Edge of fear
7-The
King king
8-Up
from the grave
9-Working
Hard
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