sabato 20 novembre 2010

Modenesità: Tessera arci

Tagliamo il nastro per inaugurare una nuova rubrica, questa volta prettamente letteraria: "Modenesità". Vogliamo raccogliere brevi racconti, poesie o articoli che parlino della nostra città e delle vite che la popolano. Storie, dettagli, analisi, impressioni, afflati poetici. Scriveteci e inviate le vostre opere, selezioneremo le migliori (e le più pertinenti) per pubblicarle qui. Cominciamo con un breve racconto di Giorgio che tra l'altro mi riguarda. S.C.


Partiamo per sentire gli Attivisti, concerto, live. Matrioska club di San Damaso, l’ex People. E non è facile arrivarci se non conosci quella parte di Modena. Per fortuna tu di locali ne hai girati molti e la responsabilità non è mia. Tutto bene. Sullo stereo Roxy music, Venus in furs e un po’ di reggae della Trojan. Dieci e mezza e siamo davanti al locale, in macchina l’ultima sigaretta prima di entrare. Davanti al cancello due tizi davvero molto grossi, sguardo cattivo e auricolare. Vestiti di nero. Anche l’arci si difende, si è munita di sgherri e bravi. Adesso non ci fanno entrare, il concerto non parte prima delle undici e mezza. Come al solito le locandine mentono. Che palle. Per fortuna il Vecchio fiume non è lontano. Per fortuna hai voglia di bere. è svecchiato abbastanza il vecchio, almeno cinque anni che non ci andavo: in questo lungo tempo Kurt Cobain s’è guadagnato un acquerello ad olio, si vede appena entrati. E' la foto famosa con il maglione a righe rosse e nere. Fa un po’ strano vederlo insieme ai Queen, così sul podio, ma tutti hanno bisogno di qualche dio, si capisce. Birra media io, una piccola te, sei molto responsabile, hai la macchina. Ti lasci affascinare da un tipo truccato, tutto nero, capelli lunghi piastrati e sguardo duro, vent’anni al massimo. A me non piace ti dico, troppa fiera e non sembra neanche un maschio, sai, “è meglio guardare in faccia una bella donna che essere gay”. Il Vecchio è pieno, passa il tempo ma tira sempre. L’ultima volta c’ero venuto con un prete, sono sicuro che non gli piacerebbe il Cobain in vetrina. Ma forse avrebbe apprezzato il video di Sorrow in televisione, Nick Mason che picchia sui tom molto tranquillo e Gilmour che lo segue con effetti chitarristici molto belli. C’è un tipo sui quaranta al banco, sempre una birra in mano, proviamo a indovinare a che numero è arrivato questa sera, se è solo ubriaco o da giovane ha esagerato coi cartoni. Optiamo per la seconda, e arrivano le undici e mezza. Dritti al Matrioska, l’ex People. Le guardie adesso ci fanno entrare, ma nel mentre non hanno imparato ad essere felici. Tessera arci, anch’io l’ho fatta, è la regola, a Modena serve in molti posti. Sono già sul palco gli Attivisti, cantano i pezzi nuovi in canottiera, gli inediti di cui Sante mi parlava domenica scorsa. E Sante è al centro con gli occhiali da sole, magro come il biafra e gira sul basso molto veloce, curvo sul microfono e urla. Cantano anche i due chitarristi ai lati del palco, e il batterista alla fine del concerto dice frasi senza senso e inventate, sempre nuove, tipo uan ciu mit me de dark teils rochin fri the word ard rok. Figata, e tu sei vicina e mi tieni il fianco, faccio io le corse al banco. Giacca mi offre una birra in memoria dei vecchi tempi, poi sale sul palco perché adesso tocca ai Lace up. E' punk core, il punk veloce di modena-tenda. Core, battito forte. Fanno dei salti alti sempre, il Garu e Giacca insieme come facevano gli Who nei festival lasciando di merda gli hippies. Facce punk, anche questi ti sono piaciuti e sei contenta. Lo sono anch’io, che coppia che siamo questa sera, quattro a zero a tutti. E non siamo gente da ballare, anche se il dj parte con dell’italo disco che credevo di conoscere solo io in provincia, in realtà no. E' un tipo con gli occhiali il dj, mi sta simpatico per il fatto dell’italo. Usciamo a fumare, le sigarette le metti tu questa sera, mi chiedi di trovare una ragazza più bella di te sotto il tendone. Non sarà facile rispondo. Intanto Sante non si trova, né al banco né in bagno né qui a fumare. I camerini sono già chiusi. Dove è finito Sante? Non si esce senza salutarlo almeno fino all’una, deciso. Ma l’una arriva, si esce. Usciamo e in macchina sta suonando il cellulare, è un messaggio di Sante. Giorgio, non ho la tessera arci e non mi fanno rientrare che figli di puttana grazie per essere venuti. Ai bravi lì fuori non interessava che fosse il bassista, che avesse appena suonato sul palco per mezz’ora e gratis. Poteva essere Iggy Pop o il papa ma senza tessera non entrava. Che anarchico Sante, non s’è voluto associare, ed è già sulla strada per la bassa. Niente buono coop da cinque euro se ne spendi trenta entro il quindici dicembre. Ridiamo, serata voto dieci. Tieni tu la mia tessera, un po’ mi scoccia portarmela dietro.

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