domenica 5 dicembre 2010

Segnali acustici: parte 1°

Tagliamo il nastro anche per questa nuova rubrica: segnali acustici, ovvero segnalazioni di alcuni gruppi degni di nota che circolano nei dintorni.

L’Ondes – Tòt i dè! (2010)
In una dozzina d’uova ce n’è spesso una uscita male, l’ondes appunto. Ma in realtà questo gruppo non è proprio l’ultimo arrivato né il primo da scartare: difatti nasce dalle ceneri dei Dulceuchessina, una numerosa band ska-punk che aveva il suo discreto successo. I L’Ondes hanno un debito incolmabile con gli anni 90 (e la cover degli 883 che fanno dal vivo ne è prova inconfutabile) ma la cosa che mi affascina è che questo debito sembra essere tutto italiano. È al punk nostrano che guardano, a quel punk di nicchia che parla la nostra lingua. Non quel finto inglese improvvisato sui banchi di scuola dagli skaters, non quell’ “anarchia in Italìa” cantata dai Petrolio. Insomma meno California, meno UK e più Emilia. Copertina e titolo parlano chiaro. Inutile dire che non c’è nulla di nuovo in questo ep ma è ancora più inutile ricordare che i L’Ondes qualcosa di nuovo non lo volevano proprio fare. Quindi bevetevi qualche birra di troppo, andate al loro concerto, saltate e non fatevi più domande. Eccovi il myspace. S.C.


Blue Balls Monkey – Beware of the Monkeys (2010)


Il salto è sempre nel passato, ma non nell’universo punk nineties come per gli altri gruppi di questo articolo, bensì nell’hard rock più sfacciatamente americano. C’è molto glam imbastardito con il suono di Seattle degli anni 90 o se non altro con quella fazione grunge priva di influenze punk (Alice in Chains per capirci). Insomma, come essi si definisco, si tratta di “rock classico”: assoli, schitarrate, pose molto hard rock e testosterone. In questi casi si dice Yeah. Il loro myspace è questo. S.C.



Uniko Neurone . Fiumi di diarrea (2008)

Quattro tracce in questo demo dei carpigiani Uniko Neurone, 11 minuti di velocità e ruvidezza nei più tipici stilemi del punk rock. Un disco di vocazione politica: strano ma vero, nel XXI secolo c’è ancora qualcuno che parla di lotta di classe! Si definiscono “Kombat Punk”, mettendosi inevitabilmente sulla scia di band come Gang, Malavida, Clash ma con molto più hardcore. Suonano in tre: Skeggia, Monty e Lucio. Registrato nel 2008, Fiumi di diarrea parte carico con Maresciallo, un pezzo che se la prende direttamente con gli stipendi “da paura” dei marescialli dei caramba. Il demo continua con la pacifista Signori della guerra, forse il pezzo meno riuscito, per arrivare dritto dritto al pezzo forte, Tri zuchet e du pandor, una cover degli Snuff cantata in dialetto carpigiano su un bel riff di chitarra che ti rimane in mente facile facile. La canzone sconfina in un’atmosfera gucciniana da Fiera di San Lazzaro dando voce al lamento di una moglie con 4 figli di fronte ai prezzi del mercato. Il disco si conclude con l’antiberlusconiana Intossicazione Alimentare, il pezzo più arrabbiato di tutti dove “fiumi di diarrea” saranno gettati su “signori e padroni” da “chi non sta lì a guardare / ma col pugno sempre chiuso /non ci sta a prenderla nel culo”. Nonostante i testi siano a volte macchinosi il demo è un buon inizio e si ascolta volentieri. Ecco il myspace. G.C.

Nessun commento:

Posta un commento